Il contesto di intervento con particolare attenzione alla disabilità

La cooperativa San Martino svolge la propria mission nel territorio della provincia di Siracusa dedicando attenzione al contesto cittadino di Siracusa per poter attuare

  • l’inclusione sociale delle persone con disabilità in carico ai servizi della cooperativa, attraverso progetti interventi sociosanitari integrati innovativi e di qualità costruiti per la singola personale in relazione al contesto di vita (famiglia, scuola, quartiere, associazioni)
  • lo sviluppo della cultura della cooperazione sociale come strumento di sviluppo economico e culturale nella comunità locale
  • una comunicazione sociale concretamente attiva attraverso i canali social (facebook), il sito, il bilancio sociale, le Carte dei servizi ma anche attraverso le persone che lavorano e che operano in linea con la mission della Cooperativa sul territorio.

 

La sede operativa della cooperativa è ubicata al piano terra di una palazzina, all’interno di un residence con spazi verdi e parcheggi, nel quartiere Tiche servito dai mezzi pubblici e attività commerciali.

 

I bisogni prevalenti, rilevati nell’area disabilità sono:

 

– Progetti terapeutici individuali destinati alla disabilità psichica;

– Corsi di formazione finalizzati all’inserimento lavorativo

– Gruppo appartamento

– Assistenza domiciliare

– Inserimenti lavorativi per aumentare il grado di autonomia

– Educativa domiciliare per i minori disabili

– Progetti di vita art. 14 legge 328/2000

– Centri socioeducativi

– Progetti per il “Dopo di Noi”

 

Criticità

La cooperativa svolge i suoi servizi con il grave peso della seguente principale criticità

Non pagamento dell’IVA alle cooperative sociali che gestiscono Centri ex art. 26

La cooperativa San Martino gestisce dal 2000 un Centro di riabilitazione (ex art. 26) convenzionato con la ASP ed è accreditata e convenzionata per un modulo ambulatoriale (38 prestazioni giornaliere).

Ogni anno viene determinato un budget dalla ASP basato sul numero di prestazioni prevedibili nel corso dell’anno (38 prestazioni giornaliere moltiplicato per i giorni lavorativi dell’anno; ad esempio, per il 2023 si tratta di 303 giorni lavorativi che moltiplicato per 38 dà un risultato di 11.514 prestazioni prevedibili, pari ad un budget di circa 506.000 euro).

La cooperativa San Martino come gli altri enti convenzionati con la ASP per il servizio di riabilitazione, si organizza ogni anno per conseguire il budget previsto erogando prestazioni specialistiche ad una media di 130 utenti, alcuni dei quali riescono ad accedere al servizio convenzionato solo dopo molti mesi di lista di attesa.

Nel 2016 è stata introdotta una normativa che impone alle sole cooperative sociali (e non ad altri enti con diversa tipologia giuridica, come associazioni di diverso tipo) di fatturare i servizi riabilitativi con iva al 5%.

La cooperativa San Martino, così come ha fatto l’altra cooperativa sociale che a Siracusa gestisce servizi riabilitativi in convenzione con la ASP, ha naturalmente continuato ad organizzarsi per conseguire il budget assegnato ogni anno dalla ASP, fatturando il servizio (ad esempio 506.000 euro) e aggiungendo l’iva pari al 5%. Dal 2017 è però iniziata una controversia tra queste due cooperative sociali che a Siracusa gestiscono servizi riabilitativi in convenzione e la ASP che ha inteso la normativa in modo differente, e cioè che il budget assegnato dovesse essere inteso comprensivo dell’iva al 5%. La situazione è rimasta incerta per tutti questi anni, durante i quali le cooperative in questione hanno continuato ad erogare tutte le prestazioni previste dal budget assegnato, e con la ASP che non ha pagato la parte relativa all’iva in attesa che la questione venisse definita in sede legale. La cooperativa Amica che ha avviato una causa prima della cooperativa San Martino, ha avuto sentenze favorevoli in primo e secondo grado, sentenze però ribaltate in sede di Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. La cooperativa San Martino è ancora in attesa della sentenza di primo grado. La sentenza del Consiglio di Giustizia amministrativa ha lasciato tutti sconcertati e rischia di determinare un’ingiustizia molto grave a danno delle cooperative in questione che hanno crediti, relativi all’iva di questi anni, molto consistenti (per la San Martino si tratta di circa 150.000 euro)

Nei fatti è come se la ASP avesse approfittato delle cooperative per dare risposte ai bisogni riabilitativi degli utenti (che come già segnalato devono spesso aspettare a lungo prima di avere accesso ai servizi). E ancora più concretamente tutto questa comporta una riorganizzazione delle potenzialità erogative dei Centri gestiti dalle cooperative sociali, che devono stimare al ribasso il numero di prestazioni erogabili nel corso dell’anno, con grave danno per gli utenti in lista di attesa.

E soprattutto si viene a creare una situazione incongrua e paradossale. In sede di assegnazione del budget annuale, tale budget viene definito per tutti gli enti allo stesso modo: come già detto, moltiplicando le prestazioni giornaliere per cui si è accreditati e convenzionati per il numero dei giorni lavorativi previsti nell’anno. Ma a questo punto – per le sole cooperative sociali – viene fuori il paradosso: il budget così determinato non va inteso come tale, ma come tetto complessivo che deve includere anche l’iva; cioè bisogna operare una riduzione delle prestazioni prevedibili del 5%.

In questi anni abbiamo tenacemente continuato ad erogare tutte le prestazioni previste così come determinate in sede di budget, dando risposte competenti e specialistiche a moltissimi utenti autorizzate dall’ASP tramite impegnative, anche confortati dalle sentenze che man mano venivano emesse. Il risultato è stato alla fine accumulare un deficit che mette a repentaglio la continuità del nostro lavoro.

Quello che chiediamo è di porre rimedio a questa assurda situazione (per gli anni trascorsi e per i prossimi), affiancando al percorso legale che ci vede tuttora impegnati, un’iniziativa politica che tuteli il diritto delle cooperative sociali ad operare senza disuguaglianze con gli altri enti, volta al rispetto dei diritti degli utenti e dei lavoratori delle nostre organizzazioni.