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Dott.ssa Alessandra Scillia
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Dott.ssa Federica Arcieri
22 Ottobre 2025Riabilitazione visiva con Retimax “un caso clinico di ambliopia”

L’anisometropia si verifica quando i due occhi non hanno la stessa gradazione ottica. Ovviamente non consideriamo il problema per piccole differenze di potere ottico, cosa molto comune, ma ne teniamo conto quando le gradazioni dei due occhi sono molto diverse. Due gradazioni oculari diverse creano delle immagini di grandezza diversa sulle retine dei due occhi; quindi, la visione binoculare è più difficile e faticosa. Questo perché i dischi di diffusione retinici dei due occhi hanno grandezze differenti. La loro differenza dipende dal valore dell’ametropia.
Il giovane giunto alla nostra attenzione all’età di anni 14 presentava ambliopia profonda anisometropica in occhio sinistro, visus OS con SF +3.50 inferiore a 1/10 con fissazione instabile. La presenza del vizio di refrazione solo nell’occhio sinistro aveva comportato la non accettazione del bendaggio dell’occhio destro per stimolare il sinistro; infatti, la classica terapia antiambliopica può risultare invalidante in presenza di una ambliopia così profonda da mettere in difficoltà il paziente nello svolgimento delle attività quotidiane bendando l’occhio “buono”. Si è valutato di procedere con due sedute settimanali di Retimax in occhio sinistro con la correzione ottica, dopo le prime 16 sedute, ottenuto il miglioramento del visus (2-3/10) si è inserito l’uso della lente a contatto e la terapia con bendaggio dell’occhio “buono” nelle ore post-scolastiche. Nel mese di dicembre (a 6 mesi dall’inizio del trattamento) nell’occhio ambliope è stato rilevato un visus di 6/10. Questo risultato non si sarebbe potuto ottenere con la classica terapia, lo stesso giovane paziente, inizialmente diffidente rispetto al possibile miglioramento, dopo i primi risultati ha continuato la terapia con grande motivazione. Il successo terapeutico, non scontato, ha consentito il ripristino di una visione binoculare e, in caso di malaugurato infortunio dell’occhio dominante, anche il rischio di ipovisione grave. L’ottimo coinvolgimento della famiglia e la significativa motivazione del ragazzo hanno giocato un ruolo fondamentale nel percorso riabilitativo.
Oggi, in campo riabilitativo, si stanno ottenendo buoni risultati con il Retimax Vision Trainer (RVT), un dispositivo che ha lo scopo di aumentare la funzione visiva mediante il rilevamento di un potenziale evocato visivo associato ad un feedback sonoro. Al paziente, seduto di fronte a un monitor a quadrati bianchi e neri di dimensioni e contrasto variabili, vengono applicati degli elettrodi sul cuoio capelluto in corrispondenza della corteccia occipitale. Durante la fissazione di questo stimolo strutturato un segnale bioelettrico viene prodotto nella retina, vie visive e aree corticali. Migliore è la fissazione, più ampio è il potenziale elettrico misurato dagli elettrodi. Di conseguenza, il segnale acustico aumenterà in altezza guidando il paziente nella sua ricerca di una fissazione, accomodazione e attenzione migliori e insegnandogli a controllare maggiormente tali funzioni. Un grafico misura in termini oggettivi l’ampiezza del potenziale e quindi la conseguente efficacia del trattamento. Nato per la riabilitazione visiva dei soggetti affetti da ambliopia, si è dimostrato efficace anche nel trattamento di svariate patologie oftalmologiche, ad esempio i deficit campimetrici, le maculopatie, i casi in cui ci sia un’instabilità di fissazione che pregiudica l’acutezza visiva, le gravi disabilità visive secondarie a traumi cranici e grave cerebrolesione acquisita.
